MAMMA PANDA

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Chiacchiere tra amiche:” M. non mi ha fatto dormire per mesi. Pensa che ancora oggi che ha tre anni a volte devo cullarlo per farlo addormentare. Ma sono certa che quando nascerà il tuo fagiolino sarà buonissimo.” Tu annuisci ma dentro di te pensi: “Falsa! Perché vuoi illudermi così?!”. È vero che ogni bimbo è diverso ma già ero arresa all’idea di trasformarmi in una mamma panda.

Inutili le letture in gravidanza sul linguaggio dei neonati e sui metodi per farli dormire. Aiutano solo a trascorrere le ore da panciona sul divano di casa quando sei al primo figlio e hai ancora tempo per te. Anche qui non ci nascondiamo, con la nascita il nostro tempo di donna cede il passo al tempo di mamma.

Ad ogni modo quando abbiamo portato fagiolino a casa, in assenza di un libretto d’istruzioni ( leggere le puntate precedenti!), abbiamo vissuto una prima fase di panico. Ogni volta che piangeva di notte eravamo lì a guardarci e a scorrere l’elenco delle possibili cause: avrà fame, saranno le coliche, avrà caldo, vorrà solo una coccola? A quel punto mettevo in campo tutto il mio scibile: iniziavo con la tetta, così da scartare l’opzione fame; lo scoprivo un po’ perché non avesse troppo caldo; passavo alle manovre per alleviargli possibili dolori al pancino ( imparati da un tutorial su YT) ed infine lo avvolgevo in un abbraccio e facendo su e giù per la stanza, iniziavo ad improvvisare le ninne nanne che ricordavo dalla mia infanzia ( in quel momento pensavo sempre a come Brahms e Mozart si rivoltassero nella tomba ogni volta che intonavo le loro ninne). Se il pavimento di casa avesse potuto parlare probabilmente avrebbe raccontato la storia di una campionessa stonata di podismo da corridoio.

Ad ogni modo quei tentativi mi facevano restar sveglia gran parte della notte, perché tra la poppata, la colichetta e la ninna passava almeno un’ora e mezza, e il prossimo risveglio era già schedulato dopo 90’. Potete capire che non diventare una mamma Panda era impossibile.

Con il passare dei mesi però qualcosa è cambiato. Non so se mi sono assuefatta io al non dormire o il mio fagiolino ha iniziato pian piano a regolare il suo sonno. Il fatto è che mi sono resa conto di non averlo mai costretto a dormire. Sono sempre partita dall’idea che il sonno è un bisogno primario che anche un neonato percepisce, ed io come mamma avevo il compito di dargli la tranquillità e la sicurezza di poterlo fare tra le mie braccia, sazio e coccolato. Ci sono state volte in cui ero stressata a tal punto da non trasmettergli la serenità che cercava per abbandonarsi al sonno: quelle sono state le notti peggiori dove siamo rimasti svegli entrambi.

Calma, ci vuole calma, dormire quando lui dorme e assecondare i suoi ritmi. È pesante? Si. Finirà? Si. Torneremo a dormire otto ore di seguito come una volta? Ni e spesso lo faremo dividendo il letto con il nostro bimbo, che verrà a rifugiarsi tra le nostre braccia nel cuore della notte.

Armiamoci di pazienza ed un buon correttore, care mamme panda!E spero per i vostri bimbi che siate più intonate di me :))

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