TUTTA COLPA DELLO STRESS?

A volte siamo talmente presi dalla nostra vita che attribuiamo ogni nostro cambiamento allo stress. Hai mal di testa? E’ lo stress. Hai mal di pancia? Sarai nervosa. Non ti viene il ciclo? Sei troppo stressata. In effetti non nascondo che la primavera scorsa non ero stressata ma propriamente esaurita: il mio lavoro è spesso caratterizzato da forti pressioni ed in quel periodo mi ritrovavo a gestire una grande quantità di lavoro da sola. Ero talmente presa dalla preparazione ed organizzazione di alcuni meeting internazionali che feci il test di gravidanza solo a metà Luglio. Era un venerdì pomeriggio e dopo l’ufficio andai subito in farmacia per acquistarne uno. Non era la prima volta che lo compravo e sapevo perfettamente come funzionava, ma per la prima volta non mi sentivo in colpa. Mi spiego: in passato era capitato di fare un test sperando profondamente di non essere incinta. Perchè ero giovane, non avevo ancora una stabilità lavorativa e personale e volevo ancora godere della mia libertà. Quel pomeriggio l’umore era diverso, mi sentivo una donna con tutte le carte in regola per diventare mamma, anche se tra il pensare ed esserlo ci passava un oceano.

Il sabato mattina mi svegliai molto presto o per meglio dire dormii molto poco. Avevo passato la notte ad immaginarmi come sarebbe stato essere mamma, a disegnare nella mente l’espressione che avrei fatto davanti al test positivo. Mi giravo e rigiravo nel letto e guardavo l’orologio perchè volevo che arrivasse presto mattina. Non so perchè ma non avevo pensato nemmeno un secondo alla possibilità di un test negativo. Forse quando diventi mamma lo sai ancora prima di scoprirlo. Nonostante ciò mi alzai e andrai dritta al bagno: fatto il test, lo riposi sul mobile del lavandino e aspettai i fatidici cinque minuti seduta sulla tazza del water. Provai a distrarmi guardando alternati il mio riflesso nello specchio e lo smalto sulle dita dei piedi. Avevo bisogno di una conferma e le due linette rosa sullo sfondo bianco del test furono la risposta. Non urlai di gioia, non gridai ma stringendolo al petto come fosse già il mio bambino sorrisi allo specchio. L’istante dopo ero ai piedi del letto a sussurrare a T. la notizia, sorrise nel sonno e riprese a dormire. C’è poco da fare gli uomini hanno una diversa emotività.

Non ci pensai due volte a dirlo a mia madre, volevo fosse l’unica persona a saperlo oltre noi, almeno all’inizio. La verità è che avevo una gioia così grande dentro che mi sarei messa ad urlare dalla finestra ma avevo terribilmente paura. Conoscevo diverse storie di donne che avevano abortito dopo poche settimane e quel pensiero mi terrorizzava. A modo mio volevo difendere quanto di più prezioso avevo con il silenzio almeno fino al superamento dei fatidici tre mesi.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Laura ha detto:

    Sempre in prima fila a supportarti e pronta a leggere ancora.. e ancora ! ❤

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    1. Social_love ha detto:

      Tesoro ❤️ Manchi tanto!

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