Forse uno spritz non salverà il mondo, non abbasserà i livelli di inquinamento, nè il costo del gas, nè cambierà la testa di chi ci governa.

Ma metti il giorno del rientro dalle ferie. Non di una persona qualsiasi, ma di una mamma. Che chi le chiama vacanze è un perfido bugiardo visto che hai lavorato che manco in miniera su e giù dal bagnasciuga, piscina, altalena, albero e qualsiasi cosa potesse attirare l’attenzione dei tuoi figli. Metti che quel giorno resti sola con un neonato urlante ed un nano duenne scatenato, semiparlante, geloso del fratello. Metti che hai le lavatrici da fare che ci sono più vestiti che nel deserto di Atacama in Cile. Metti che il frigo è vuoto e devi anche fare la spesa. Metti che per andare a fare la spesa devi armarti di passeggino, bambino pedestre che però vuole invece diventare il tuo marsupio vivente, per poi caricarti di buste incastrate nel passeggino che una volta a casa richiami tutti i santi e le madonne perché non le tiri giù dall’ incastro.

Ok, quel giorno lì, quando ormai sei una bomba ad orologeria, con il countdown bello e partito, arriva lei: l’amica che tutti vorremmo, la zia che tutti i bimbi adorano e con cui si trasformano in dolci angioletti.

La mia salvatrice prima della strage: entra serafica, con in mano una bottiglia di spritz, e nell’altra un album di adesivi. Mi dice vai in terrazza e rilassati, qui ci penso io.

Ecco in quel preciso momento mi domando: perché non ho sposato lei?!

E così anche oggi uno spritz ed un’amica hanno salvato un’altra mamma.

Fine